Concorso di idee

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Concorso di idee - secondo classificato progetto di Corvino Marco, Dalla Valle Martino, De Vecchi Giacomo Ido, Zoico Matteo

PREMESSA
Montparnasse: è il quartiere che ad inizio Novecento ospitò artisti attivi nella scena dell’epoca. Picasso, Modigliani, Miro, solo per citare alcuni di loro che hanno vissuto in questo periodo nella capitale francese. Gli affitti erano accessibili ed era facile trovare posti dove dormire a basso costo. I caffè della zona erano spesso affollati da coloro che, non potendo pagare in denaro, lasciavano le loro opere d’arte per saldare il proprio debito. Molti di questi posti sono ancora aperti e conservano le atmosfere tipiche di uno stile di vita bohémien. La seconda guerra mondiale e la chiamata alle armi di molti artisti comportò uno spopolamento del quartiere. L’area è facilmente individuabile vista l’alta torre che svetta su Parigi; al 58° piano un belvedere sulla città è messo a disposizione di tutti coloro i quali vogliano godere di una vista sulla città. È in questo scenario di antico fermento e profonde trasformazioni che vogliamo riflettere per immaginare una architettura di stampo contemporaneo. Quale la funzione? Un caffè o un’accademia d’arte, a scelta dei concorrenti, saranno le tipologie da proporre per far tornare il quartiere a rivivere lo splendore di un tempo non lontano.

PROPOSTA
Il Café littéraire de Paris costituisce un punto di fuga dalla frenetica normalità parigina. un tuffo in un’ epoca ormai lasciata un secolo fa.
Il complesso è generato dell’ apertura di un prisma scatolare chiuso che tramite un gioco di volumi fà filtrare la città; circostante al suoi interno.
Il prospetto visibilmente in disaccordo con l’ ambiente in cui è inserito l’ edificio incarna l’atteggiamento dissidente del movimento artistico bohèmien.
La planimetria è stata sviluppata per rappresentare geometrie pulite e regolari, in completa contraddizione con una visualizzazione prospettica della struttura, a simboleggiare la personalità; intrinseca che si celava dietro gli ambienti parigini nella Montparnasse degli anni ’20.
Tre impianti disposti lungo il perimetro del triangolo, racchiudono uno specchio d’ acqua disposto longitudinalmente, pozzo di luce laminare per il piano interrato.
Il concetto della frammentazione dell’ animo viene ripreso dalle vetrate in prospetto attraverso geometrie cubiste, che come uno specchio in pezzi rappresentano la frugalità; e l’irrazionalità dell’ artista.
Lo spazio aperto interno all’ impianto è concepito per condensarsi in un unica superficie.
La piazzetta, punto focale e regolatore dell’ intero impianto tripartito, fil rouge tra l’ esterno e l’ interno che specchia in essa tutte le sue facciate. Il largo è pensato per essere estensione della sala lettura che situata oltre lo specchio d’ acqua diventa essa stessa parte integrante della piazza. Il caffè letterario di inizio 900 fu uno spazio polivalente, punto di ritrovo di artisti squattrinati che popolavano quei luoghi con diverse finalità, sia per diletto sia per esporre le proprie produzioni artistiche. Da qui nasce il tentativo di rendere lo spazio un’ inscindibile connubio di funzionalità, reso possibile dalla comunicazione tra i volumi. il progetto unisce l’ intero complesso mediante la canalizzazione del flusso che attraverso il caffè giunge, per una scalinata sotterranea all’ ambiente espositivo, fondendo indirettamente i due ambienti in una sola estensione.
L’ armonia di spazi e colori combinata all’ interno svanisce spostando il punto di vista all’ involucro esterno. Le coperture tondeggianti in cemento faccia vista, mascherano la sequenza di geometrie incontrollate dei prospetti. Il colore accesi è affievolito dal cromatismo neutrale dell’ involucro perimetrale.
La luce in ingresso penetra rimbalzando tra i volumi, giungendo al suolo tenue. nella scelta progettuale; la luce fioca in entrata contribuisce a ritrarre scenograficamente il setting del caffè anni ’20.
Percorrendo virtualmente il complesso viene disegnata una traiettoria a U. L’ ingresso principale è posto a contatto con la piazza e accede all’ impianto che ospita il bar e le cucine di servizio.
La volumetria; è divisa su due livelli messi in connessione da una doppia altezza. Addentrandosi verso l’ angolo sud ovest dell’ edificio, si scende un tunnel che mira a comprimere la percezione visiva dell’ osservatore arrivando al piano interrato. Raggiunto il fondo ha luogo un’ improvvisa dilatazione che porta l’ occhio all’ interno della sala espositiva, ambiente sviluppatosi per tutta la lunghezza del volume principale. Lungo tutta la superficie della mostra,la sala lettura si posiziona al piano superiore come galleggiasse, confinando al livello zero di progetto con lo specchio d’ acqua esterno. Al culmine di questo spazio si trova il vano scale, che permette di accedere ai livelli soprastanti. A collegare la terrazza posta in cima al volume con lo spazio adibito a coworking si estende una rampa; che sale dolcemente con il fine di accorciare la sconnessione tra i due ambienti.