Personale docente

Alessandro Dalla Caneva

Ricercatore a tempo determinato di tipo B

ICAR/14

Indirizzo: VIA F. MARZOLO, 9 - PADOVA . . .

Telefono: 0498275729

E-mail: alessandro.dallacaneva@unipd.it

Alessandro Dalla Caneva è nato a Feltre (Belluno) nel 1973. Si è laureato presso l'Istituto Universitario di Architettura di Venezia, Dipartimento di progettazione architettonica. Ha inoltre conseguito il dottorato di ricerca in Composizione architettonica - IUAV 2009. È Ricercatore a tempo determinato RTDB presso il Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale dell’Università di Padova; Settore scientifico disciplinare: ICAR/14 “Composizione Architettonica e Urbana”.
Gli interessi della ricerca sono orientati al rapporto tra forma e significato nel progetto d’architettura. In particolare sono oggetto della ricerca le relazioni che sussistono tra composizione e rappresentazione con riguardo alla dimensione collettiva e civile dell’architettura.

1. DALLA CANEVA A (2022). Architettura. Sic et simpliciter. Manuale per lo studente, p. 1-180, Milano: Lampi di Stampa. [libro]

2. DALLA CANEVA A (2021). Lo spazio in architettura. Manuale per lo studente, p. 1-268, Milano: Lampi di Stampa. [libro]

3. DALLA CANEVA A (2019). Esempi di architettura. Manuale per lo studente. p. 1-293, Milano: Lampi di Stampa. [libro]

4. DALLA CANEVA A (2016). Esperienza di architettura. La lezione dei Maestri. Hendrik Petrus Berlage, Louis I. Kahn, Aldo Rossi. Napoli: Clean Edizioni, p. 1-92. [libro]

5. DALLA CANEVA A (2015). Il teatro dell’opera di Jan Frederik Staal ad Amsterdam. 1925-1928. Il luogo e il progetto. Padova: CLEUP, p. 1-104. [libro]

6. DALLA CANEVA A (2014). Le scuole di Willem Marinus Dudok ad Hilversum. Progetti di un’architettura civile. Padova: CLEUP, p. 1-144. [libro]

7. DALLA CANEVA A (2012). Progetti urbani. L’immagine della città nell’invenzione dell’edificio di massa da Hendrik Petrus Berlage a Michel de Klerk. Padova: CLEUP, p. 1-128. [libro]

8. DALLA CANEVA A (2011). Le origini della forma. Il museo municipale a Den Haag di Hendrik Petrus Berlage. Padova: CLEUP, p. 1-96. [libro]

9. DALLA CANEVA A (2021). Aspirazione al tipo. Il portico come elemento di valorizzazione dello spazio pubblico. In: (a cura di): Enrico Pietrogrande, Progetti per Noventa Padovana. p. 29-64, MILANO:Lampi di Stampa. [saggio in volume]

10 DALLA CANEVA A (2021). La forma del vuoto. Piazza, corte, aula. Spazi pubblici per la città. In: (a cura di): Alessandro Piva, Vigonza e il suo territorio. Osservazioni e proposte di riqualificazione. p. 39-64, Roma :Gangemi Editore. [saggio in volume]

11. DALLA CANEVA A (2019). Architettura dispensatrice di luoghi. Spazio e rigenerazione sociale. In: (a cura di): Dalla Caneva Alessandro, Quero tra il Piave e il Grappa. Proposte per la rigenerazione delle aree centrali dismesse. p. 27-40, Roma: Gangemi Editore. [saggio in volume]

12. DALLA CANEVA A (2018). Aree dismesse nel centro storico di Padova. Strategie per uno sviluppo urbano sostenibile. In: (a cura di): Enrico Pietrogrande, Frammenti di città. Aree dismesse tra rinascita e cultura del progetto. p. 11-188, Milano: Lampi di Stampa. [saggio in volume]

13. DALLA CANEVA A (2018). Le relazioni della memoria. Per una lettura possibile del progetto di architettura. In: (a cura di): Pietrogrande E, Contesto urbano e monumento. La contaminazione come strumento del progetto. p. 54-85, Siracusa: LetteraVentidue Edizioni. [saggio in volume]

14. DALLA CANEVA A (2015). Casa Morris, Mount Kisco, New York, 1955-1958. Representation of the house using ancient styles. In: Pietrogrande E, Rabacchin A, Dalla Caneva A, Lu J. Notes on the architecture of Louis I. Kahn. p. 77-86, Feltre (BL): Edizioni DBS. [saggio in volume]

15. DALLA CANEVA A (2015). Louis Kahn and the Mediterranean. The spirit of classical antiquity as a compositional method. In: Pietrogrande E, Rabacchin A, Dalla Caneva A, Lu J. Notes on the architecture of Louis Kahn. p. 47-60, Feltre (BL): Edizioni DBS. [saggio in volume]

16. DALLA CANEVA A The Orient of Hendrik Petrus Berlage. In: Sjoerd van Faassen. Dutch connections. Essays on international relationships in architectural history in honour of Herman van Bergeijk. p. 45-52, Delft:BK Books. [saggio in volume su invito]





L’ambito della sua attività di ricerca è attualmente indirizzata su due temi della composizione architettonica:
- sul ruolo e sul significato del progetto urbano nella costruzione della città;
- sulle relazioni tra tema, tipo, costruzione, decoro nell'ideazione del progetto di architettura;

i temi di ricerca sono ricondotti all'interno della teoria classica rispetto:
- al rapporto architettura-città e la questione della tipologia edilizia;
- la questione della costruzione;
- le regole del linguaggio;

in particolare lo sfondo teorico sono le esperienze su città/architettura/costruzione sviluppate dal razionalismo olandese nella prima metà del Novecento e dalla scuola razionalista in Italia dopo la seconda metà del Novecento sul concetto di architettura come città.

Esistono le condizioni perché la città possa essere considerata a partire dalla dimensione spaziale. La questione non è affatto scontata. L’idea di un’autonomia formale dell’architettura che considera lo spazio come un valore si è lentamente imposta nella società superando la concezione della forma come diretta conseguenza degli aspetti funzionali, tecnici, sociali, economici. Soprattutto negli anni Sessanta del secolo scorso una forte spinta a questo aspetto valoriale dell’architettura è stata data in Italia dalla pubblicazione del libro di Aldo Rossi L’architettura della città. Il testo ha avuto un inaspettato riconoscimento sul più ampio contesto internazionale tanto da favorire o confermare analoghi studi sulla forma urbana. Sul piano teorico e applicativo è altrettanto importante l’apporto di Oswald Mathias Ungers. Nel libro La città dialettica Oswald Mathias Ungers parla di città complementare riferendosi alla città come il risultato del coordinamento di parti urbane tra loro differenti per struttura, storia, funzione, tipologia. La differenza viene considerata un valore. La città è immaginata come un insieme di parti, ciascuna dotata di una propria identità e riconoscibilità, poste in relazione tra di loro in maniera dialettica. Da questa concezione della città come unità nella molteplicità si giunge alla considerazione che la finalità a cui aspira il progetto urbano è agire in quelle parti irrisolte formalmente per restituire loro riconoscibilità. Parti di città non più nominabili hanno perduto ruolo e senso all’interno della città. A queste parti si rivolge la composizione architettonica e urbana per ridare loro un nome nel rispetto delle attuali esigenze di sostenibilità sociale, ambientale poste dalla società.
La situazione urbana con cui dobbiamo confrontarci ancora oggi si identifica nel disordine urbano, nella forma di una città rovinata e disgregata. Il fenomeno appare più evidente nello sviluppo della periferia, la cui crescita incontrollata ha prodotto un aggregato di volumi disordinati che identificano aree strutturalmente diverse come zone industriali, commerciali, di produzione. La città oggi non ha più una forma unitaria come hanno sempre avuto le città per millenni. Alla struttura in sé conchiusa si è affiancata la struttura aperta della città che si estende all’infinito dando vita a soluzioni formali contraddittorie ed eterogenee dove i luoghi del tempo libero, della cultura, del commercio, del lavoro, dell’abitazione appaiono più che mai luoghi dialettici.
Questa condizione non può essere risolta con una sorta di sintesi delle differenze in un sistema unitario privo di contraddizioni. Alla città unitaria e persino ideale proposta dal movimento moderno viene sostituito il concetto di città come struttura di luoghi complementari, dove ciascun luogo dotato di una propria specificità o identità si integra nel rispetto di altri luoghi altrettanto significativi.
Queste considerazioni invitano lo studente, che intende sostenere una tesi a conclusione degli studi orientata sui temi della composizione architettonica e urbana, a proporre luoghi di intervento in aree disaggregate che hanno perduto del tutto o in parte il loro ruolo e significato all'interno della città. Tali aree possono essere collocate tanto nel centro storico quanto in aree periferiche che mostrano un paesaggio urbano privo di qualità sul piano formale, sociale e ambientale.

Per ricevimento, il docente è disponibile dopo l’orario delle lezioni, gradito preventivo contatto e-mail – alessandro.dallacaneva@unipd.it